Saltamuretto – progetto per un teatro di coesione sociale
Erbamil Teatro
“Pedrengo con altri occhi”
Viaggio in bicicletta per scoprire Pedrengo. Un’esperienza immersiva tra le vie del paese ascoltando i racconti affiorati dalle memorie di chi lo abita, tra i rumori del giorno ed i silenzi della notte.
con Sara Pagani, Nicola Lorusso
e con Francesca Garofalo
testi tratti dal laboratorio Saltamuretto – Terre con altri occhi
scene e costumi Amanda Salvetti
grafica Giulia Cabrini
coordinamento Manuela Carrasco
regia e drammaturgia Fabio Comana
produzione Erbamil Teatro, Albanoarte Teatro
con la condivisione di Luna e Gnac Teatro, Teatro Prova, Chronos3
progetto selezionato e finanziato dal Bando “Capitale della Cultura 2023” di Fondazione Cariplo, Fondazione della Comunità Bergamasca e Fondazione della Comunità Bresciana e sostenuto con i fondi Otto per mille della Chiesa Valdese
con il contributo e la condivisone del Comune di Pedrengo
e il supporto di Terre del Vescovado, Museo delle storie di Bergamo, Legambiente Bergamo
Questo spettacolo itinerante nasce come elaborazione drammaturgica dei risultati del laboratorio effettuato la scorsa primavera con un gruppo di volontari – e soprattutto volontarie – che ci hanno aiutato a raccogliere testimonianze e storie della vita del paese. Inevitabilmente, sono state le persone più anziane a fornire le storie più interessanti, intervistate nei pomeriggi al centro anziani, o raccolte da parenti e conoscenti. Abbiamo scoperto così vari dettagli su come si viveva prima e durante la guerra, nelle cascine di questo territorio eminentemente agricolo, nello storico Palazzo Ghisalberti, nelle scuole oggi sede della Biblioteca e nella colonia, dove le suore curavano le malattie respiratorie dei bambini con i bagni di sole. Ma non si è trattato solo di un’operazione di memoria dei tempi che furono: dai ricordi personali delle partecipanti al laboratorio hanno preso vita personaggi tipici della vita del paese nel passato più recente: dal burbero parroco, al parrucchiere fratello del fotografo, al medico, al salumiere, ecc. ai ragazzi che di nascosto esploravano la Villa Sottocasa, quasi sempre chiusa e quindi fonte di curiosità e mistero.
Un’esperienza intensa e appassionante, animata da una piccola comunità formata da semplici cittadine e attori/attrici della compagnia amatoriale “Storytellers” che oltre a partecipare al laboratorio di scrittura, hanno dato vita ad una prima restituzione lo scorso giugno, interpretando in prima persona le storie. E hanno voluto essere presenti anche nella versione definitiva, al fianco degli attori professionisti.
Gestire persone diverse, trovare un equilibrio fra l’interpretazione degli attori e la partecipazione dei volontari, comporre una drammaturgia “elastica” che permettesse di adeguarsi alle varie disponibilità non è stato semplice. Ma lo sforzo è stato ampiamente ripagato dal piacere delle relazioni umane e dalla comune passione per il teatro che, per me, rimane sempre un gran bel gioco! Anche pedalando! (Fabio Comana)